Cultura

Michel Serres, il cacciatore di tracce

Michel Serres, il cacciatore di tracce

Filosofia Un numero monografico della rivista Riga dedicato a Michel Serres. All’incrocio di saperi diversi per sfuggire al rischio di una scrittura e di un pensiero autocompiaciuti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 27 maggio 2015
«Dov’è l’arte?». La domanda risuona con preoccupata insistenza nelle ultime pagine del Chef-d’œuvre inconnu di Honoré de Balzac, pubblicato per la prima volta in rivista nel 1831. L’arte non c’è, forse non c’è mai stata e se c’era è oramai scomparsa, soffocata da una massa di colore informe. Resta la tela, restano il cavalletto, i colori e la cornice. Resta il rumore, sfondo a quelle uniche tracce di forme che probabilmente non appartengono nemmeno più all’orizzonte della pittura o dell’uomo. O meglio: non gli appartengono nella misura in cui sono i suoi stessi significanti a incarnarsi e, al tempo stesso, a sottrarsi,...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi