Michela Marzano, la memoria ritrovata lungo le cicatrici
Itinerari critici Intorno al suo «Stirpe e vergogna» edito da Rizzoli. In un’opera tra memoir e indagine storica, l’autrice fa luce sulla figura del nonno fascista della prima ora. Nel rimosso della famiglia che ha vissuto a lungo, l’origine dell’ombra costante che avverte su di sé. Questi silenzi generano una vergogna che passa da una generazione all’altra. «Ce la si trasmette come un’eredità scomoda, con la quale prima o poi qualcuno i conti dovrà pur farli»
Itinerari critici Intorno al suo «Stirpe e vergogna» edito da Rizzoli. In un’opera tra memoir e indagine storica, l’autrice fa luce sulla figura del nonno fascista della prima ora. Nel rimosso della famiglia che ha vissuto a lungo, l’origine dell’ombra costante che avverte su di sé. Questi silenzi generano una vergogna che passa da una generazione all’altra. «Ce la si trasmette come un’eredità scomoda, con la quale prima o poi qualcuno i conti dovrà pur farli»