Cultura

Michela Marzano, la memoria ritrovata lungo le cicatrici

Michela Marzano, la memoria ritrovata lungo le cicatriciStadio Olimpico di Berlino, statue dell’epoca nazista firmate da Karl Albiker

Itinerari critici Intorno al suo «Stirpe e vergogna» edito da Rizzoli. In un’opera tra memoir e indagine storica, l’autrice fa luce sulla figura del nonno fascista della prima ora. Nel rimosso della famiglia che ha vissuto a lungo, l’origine dell’ombra costante che avverte su di sé. Questi silenzi generano una vergogna che passa da una generazione all’altra. «Ce la si trasmette come un’eredità scomoda, con la quale prima o poi qualcuno i conti dovrà pur farli»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 23 gennaio 2022
Non è forse un caso che la citazione che meglio sembra racchiudere lo spirito, e la straordinaria e dirompente forza evocativa e pregna di interrogativi che sprigiona dalle pagine di Stirpe e vergogna di Michela Marzano (Rizzoli, pp. 396, euro 19), non sia di una storica o di uno studioso del Novecento. Le parole che definiscono in modo più preciso il percorso compiuto dall’autrice nella sua drammatica discesa agli inferi all’interno della memoria nazionale, o meglio dell’assenza o dell’estrema parzialità di essa, attraverso uno scavo nei ricordi famigliari, intimi, affettivi sono di uno scrittore, di chi più e meglio di...

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