Visioni

Michele Placido, una mitologia umana troppo umana

Michele Placido, una mitologia  umana troppo umana

Rassegna «Registi fuori dagli schermi», Bari: nel suo sguardo «irruento» nessuna paura di mostrare la carne e l’anima

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 giugno 2021
L’attenzione, lo sguardo sempre aperto, vibrante, verso personaggi conturbanti, eccessivi nel senso dello straripamento delle facoltà dell’essere, eccedenza che, a ben guardare, scandisce, realizza appieno l’essere secondo ingiunzione nietzschiana: ecce homo; è uno dei fuochi, delle messe a fuoco, del cinema di Michele Placido, dando ormai per pronto il suo Caravaggio che idealmente si ricongiunge al Dino Campana di Un viaggio chiamato amore. È in ragione di questi eccessi o straripamenti d’io, di queste necessitate enfasi nelle movenze dei personaggi, accesi dagli spasmi dei nervi, dei desideri sormontanti; di certi squilibri nella messa in scena che questo cinema resta uno...

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