Italia

Migranti, dopo il Covid meno diritti

Migranti, dopo il Covid meno dirittiIl Cpr di Gradisca d'Isonzo

Detenzione amministrativa Il dossier della Coalizione italiana libertà e diritti civili sulla detenzione amministrativa in navi, hotspot e Cpr. A Gradisca d'Isonzo scioperi della fame ed episodi di autolesionismo

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 14 luglio 2020
La detenzione amministrativa dei migranti rischia di tornare a una normalità «minore», cioè ancora più «scevra di diritti e garanzie». Lo denuncia il rapporto «Detenzione migrante ai tempi del Covid» pubblicato ieri dalla Coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild). I dati sono del periodo marzo-giugno e riguardano le tre casistiche di privazione della libertà personale dei cittadini stranieri: navi quarantena; hotspot; centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Sulla recente prassi di imporre il periodo di isolamento in mare, la Cild afferma la necessità di rispettare il principio di proporzionalità e tenere in conto il vissuto di chi arriva...

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