Cultura
Miguel Abensour, la breccia dell’insorgenza
ADDII Scompare all’eta di 78 anni un acuto e tagliente filosofo della politica. Interprete raffinato e lettore esigente, ha fornito una nuova prospettiva dell’idea di utopia. Da Marx a Benjamin, passando per Arendt, Buber e Levinas, ha interloquito con il grande Novecento
Tomas Saraceno
ADDII Scompare all’eta di 78 anni un acuto e tagliente filosofo della politica. Interprete raffinato e lettore esigente, ha fornito una nuova prospettiva dell’idea di utopia. Da Marx a Benjamin, passando per Arendt, Buber e Levinas, ha interloquito con il grande Novecento
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 26 aprile 2017
Miguel Abensour ha proposto in tutta la sua opera una nozione positiva di utopia, fermento di un socialismo libertario, consiliarista, antiautoritario. Il termine stesso di utopia era caduto in discredito al termine del secolo passato, come ha ricordato Abensour in uno dei suoi ultimi libri (L’homme est un animal utopique): rifiutato da filosofie che proponevano fine della storia, decostruzionismo e citazionismo post-moderno, il pensiero utopico era considerato uno sconveniente residuo di tempi violenti, privo di senso per «l’individuo consumatore» del secondo Novecento. Oltre che desueta, l’utopia era considerata complice dei totalitarismi del secolo breve. Abensour restituisce invece valore all’immaginazione utopica,...