Alias
Mingus, uno e trino
«il manifesto», 1971-2021/La morte del geniale contrabbassista, profeta, vent’anni prima, della «grande musica afroamericana» Una carriera iniziata in California e sviluppatasi a New York, è stato tra gli artefici principali del jazz moderno
Charles Mingus
«il manifesto», 1971-2021/La morte del geniale contrabbassista, profeta, vent’anni prima, della «grande musica afroamericana» Una carriera iniziata in California e sviluppatasi a New York, è stato tra gli artefici principali del jazz moderno
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 1 maggio 2021
«In altri termini, io sono tre»: così inizia l’autobiografia di Charles Mingus, Beneath the Underdog (Meno di un cane rognoso), ch’egli finì di scrivere nel 1971 e che, pubblicato lo stesso anno a New York da Knopf, in Italia ha solo oggi trovato un editore (Il Formichiere). La morte del musicista ora avvia la possibilità del revival, necrofila passione di un’industria culturale che svetta nella celebrazione, che produce per tutti gli underdog solo il risarcimento postumo. Io sono tre, dice Mingus: «Un uomo sta eternamente in mezzo, quieto, freddo, e attende la possibilità di dire quel che vede agli altri...