Internazionale
Miseria in tasca, nobiltà nelle richieste: i giovani iracheni vogliono un altro futuro
Iraq Il 57% della popolazione ha meno di 24 anni e di sei dollari al giorno. Dice «basta» e scende in piazza contro diseguaglianze sociale e settarismo. Per i ragazzi Desert Storm è custodita nel ricordo dei genitori, ma è viva nelle sue conseguenze politiche ed economiche
Il tuk tuk, simbolo della "rivoluzione d'ottobre" irachena – LaPresse
Iraq Il 57% della popolazione ha meno di 24 anni e di sei dollari al giorno. Dice «basta» e scende in piazza contro diseguaglianze sociale e settarismo. Per i ragazzi Desert Storm è custodita nel ricordo dei genitori, ma è viva nelle sue conseguenze politiche ed economiche
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 15 gennaio 2021
Tanti si chiedono se quella scoppiata a Baghdad il primo ottobre 2019 sia stata una rivoluzione. Il sistema politico iracheno è ancora lì, scalfito ma granitico. In apparenza. Perché dalle proteste l’Iraq è uscito trasformato nella sua capacità di immaginarsi al di là della guerra permanente e globale, che ha occupato le vite degli iracheni nel settembre 1980, contro l’Iran del primo khomeinismo, e che è esplosa in tutta la sua potenza distruttrice con l’operazione Desert Storm dieci anni dopo. Chi ha trasformato piazza Tahrir, riempiendone di senso il nome, piazza della Liberazione, sono stati i giovani iracheni. Ventenni, trentenni,...