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Missione in Bosnia per accertare le nostre responsabilità
Diritti Non sarà possibile estirpare il marcio dalla gestione delle frontiere comunitarie solo attraverso un repulisti delle figure apicali, oppure scaricando le responsabilità sugli stati frontalieri come la Bosnia
Un migrante vicino Lipa, in Bosnia – Ap
Diritti Non sarà possibile estirpare il marcio dalla gestione delle frontiere comunitarie solo attraverso un repulisti delle figure apicali, oppure scaricando le responsabilità sugli stati frontalieri come la Bosnia
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 22 gennaio 2021
Il dramma della Bosnia era tutt’altro che imprevedibile: è il frutto della scellerata gestione della rotta migratoria orientale. La commissaria agli Affari Interni dell’Ue, Ylva Johansson, ha criticato le autorità di Sarajevo per non aver assistito centinaia di migranti. Eppure, la posizione della Commissione europea fa trasparire responsabilità tutte nostre. Dal 2018 si è assistito al tentativo di utilizzare i Paesi balcanici come «cuscinetto» per bloccare i nuovi arrivi, determinando una compressione in Macedonia, Serbia e infine in Bosnia. Così, oggi, migliaia di migranti sono letteralmente «ammassati» nel poverissimo cantone bosniaco di Una-Sana, nel nord-ovest del Paese. Questo ha prodotto il...