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Modelli e predilezioni di un critico ‘à la diable’: Truffaut

Modelli e predilezioni di un critico ‘à la diable’: TruffautDal film di Robert Bresson "Un condannato a morte è fuggito", Francia 1956

Editoria Francia (Gallimard) Nelle recensioni di cinema 1954-’58 per «Arts» il giovane Truffaut guardava, più che a Bazin, a due «pionieri» controversi: Rebatet e Brasillach

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 8 settembre 2019
La parabola di François Truffaut è una compiuta incarnazione del paradosso di Roberto Longhi secondo cui critici si nasce e artisti si diventa. Peraltro nel suo caso l’antefatto ha qualcosa di fatale: figlio illegittimo, bambino riottoso, poi apache adolescente, autodidatta, arrestato per il furto di una macchina da scrivere, scelgono per lui i domiciliari Jenine e André Bazin, genitori adottivi. Lì si conclude un romanzo di formazione scandito nel folgorante esordio dei Quattrocento colpi, il cui primo giro di manovella anticipa di un giorno solo la precoce scomparsa del maestro (11 novembre 1958), al quale il film sarà dedicato. Bazin...

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