Cultura
Moholy-Nagy, il corpo è pura astrazione di luce
Mostre La rassegna presso la Galleria comunale di arte moderna di Roma (ora visitabile online) dedicata all'artista ungherese che insegnò al Bauhaus e ai suoi «colleghi» che si trovavano nella capitale fra le due guerre. A cura di Katalin T. Nagy, Claudio Crescentini e Arianna Angelelli
László Moholy-Nagy, «Spirali», stampa in argento su carta, 1943, Debrecen – Collezione Antal – Lusztig
Mostre La rassegna presso la Galleria comunale di arte moderna di Roma (ora visitabile online) dedicata all'artista ungherese che insegnò al Bauhaus e ai suoi «colleghi» che si trovavano nella capitale fra le due guerre. A cura di Katalin T. Nagy, Claudio Crescentini e Arianna Angelelli
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 22 aprile 2020
Michela BecchisROMA
Sono pochissimi coloro a cui il nome di László Moholy-Nagy non dice molto, ma pochi ancora immaginano l’ambiente in cui il grande artista si formò, gli artisti che frequentò, gli esperimenti e le tecniche artistiche che attraversò dentro la cultura del suo paese di origine, l’Ungheria. «Tanto versatile e variopinto è stato l’ambito della sua attività che potremmo definirlo ‘leonardiano’. Riusciva a tenere in equilibrio questa eccezionale varietà di interessi con la forza dell’immaginazione», scriveva di lui Walter Gropius che, impressionato da quella geniale versatilità «rinascimentale», lo chiamò a insegnare al Bauhaus. Questa eccezionale varietà di interessi si dispiega in...