Walter Bonatti compila il diario dell’impresa sul Petit Dru del Monte Bianco nel 1955 – LaPresse
Cultura
Monte Bianco, l’inconsumabile storia di una vetta maestosa
Alpinismo «Monte Bianco, il gigante delle Alpi» di Stefano Ardito. Dagli chamoniards Balmat e Paccard ( 1786) alle imprese di Bonatti fino ai giorni nostri
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 2 agosto 2022
C’è stato un tempo originario in cui l’alpinismo era fatto di cuoio, lana e ferro. Scarponi chiodati, alpenstock, il canapone largo delle corde. Alla fine del Settecento e soprattutto dall’Ottocento in poi, esploratori e gentiluomini armati di povere cose e tanto, immenso, coraggio hanno esplorato le Alpi, «il parco giochi d’Europa», come dice la celeberrima definizione del britannico Leslie Stephen, padre di Virginia Woolf e Vanessa Bell. Simbolo e monumento dell’alpinismo, e dunque di una parte importante della storia dell’uomo, è il Monte Bianco, massiccio a cavallo di Francia, Italia e Svizzera, apice di granito che domina il nostro Vecchio...