Alias Domenica
Moser, ornamento per lo spazio
La mostra di Koloman Moser a Vienna, Museum für angewandte Kunst Il suo multiforme e raffinato mondo in cinquecento oggetti, fra dipinti, grafiche, mobili, vetri e tessuti. Con lui la Secessione viennese si qualifica come rigorosa astrazione. Prima simbolista, via via sempre più geometrica, l’illustrazione, esercitata sulla rivista «Ver Sacrum», è la sua vera piattaforma
Un ritratto fotografico anonimo di Kolo Moser, ca. 1903.
La mostra di Koloman Moser a Vienna, Museum für angewandte Kunst Il suo multiforme e raffinato mondo in cinquecento oggetti, fra dipinti, grafiche, mobili, vetri e tessuti. Con lui la Secessione viennese si qualifica come rigorosa astrazione. Prima simbolista, via via sempre più geometrica, l’illustrazione, esercitata sulla rivista «Ver Sacrum», è la sua vera piattaforma
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 27 gennaio 2019
Maurizio GiufrèVIENNA
Scrisse Hermann Broch che Vienna fin-de-siècle non era «tanto la città dell’arte quanto la città par excellence della decorazione». Loos e Kraus provarono a resistergli, ma il Modern Style, come chiarì Benjamin, si distingue per la «ventata ornamentalista» che se ne impossessa. Nella capitale della monarchia austro-ungherese si raggrumò «stile inglese» e giapponismo, antichità greco-romane e «intrecciati motivi di culture piuttosto diverse e lontane» in modo così «semplice e infantile» da comporre, a detta di Hoffmannsthal, un «regno semplicemente infinito» come quello della natura. Del trionfo dell’ornamenta, Koloman Moser è stato uno dei più importanti artefici che resero Vienna un...