Internazionale
Mosul è a fine dell’utopia territoriale ma non dell’«idea»
Lo Stato islamico Nel maggio 2016 al-Adnani derubrica la territorialità - fin lì centrale nella propaganda - a elemento secondario. Lo Stato islamico non può essere ridotto alle terre che controlla e governa, dice, perché incarna un’ideologia e un’utopia che resistono alla pressione militare. Le sconfitte sono apparenti. La vittoria finale posticipata
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Lo Stato islamico Nel maggio 2016 al-Adnani derubrica la territorialità - fin lì centrale nella propaganda - a elemento secondario. Lo Stato islamico non può essere ridotto alle terre che controlla e governa, dice, perché incarna un’ideologia e un’utopia che resistono alla pressione militare. Le sconfitte sono apparenti. La vittoria finale posticipata
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 23 giugno 2017
La notizia della distruzione della moschea al-Nuri di Mosul è stata accompagnata dalle celebrazioni per l’imminente sconfitta dello Stato islamico. Per molti, quella moschea scelta da al-Baghdadi come palcoscenico per l’investitura a Califfo dell’umma islamica incarnava l’utopia del progetto statuale dell’Is. Distrutte le sue mura, crollato il minareto di al-Hadba, verrebbe meno anche l’ambizioso progetto di al-Baghdadi. È così solo in parte. Non solo perché, come ha ammesso il generale Joseph Martin, a capo della coalizione a guida americana contro l’Is, «la battaglia per la liberazione di Mosul», cominciata 8 mesi fa, «non è ancora finita». Ma soprattutto perché la...