Visioni
Mudhoney o della libertà del rock
Musica Sul palco Mark Arm è un tipo strano, non dà molta confidenza, dice due parole due. Con tanto distacco tratta il pubblico italiano accorso al concerto romano. Pochi convenevoli, molta sostanza
Mudhoney – foto di Emily Rieman
Musica Sul palco Mark Arm è un tipo strano, non dà molta confidenza, dice due parole due. Con tanto distacco tratta il pubblico italiano accorso al concerto romano. Pochi convenevoli, molta sostanza
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 29 novembre 2018
Federico ScoppioROMA
Un Robin Hood moderno: pensoso, dannato, non simpatico, poco affabile, mai snob però. Sul palco Mark Arm è un tipo strano, non dà molta confidenza, dice due parole due. Con tanto distacco tratta il pubblico italiano accorso al concerto romano. Pochi convenevoli, molta sostanza. Nella vita vera invece deve essere scrupoloso, razionale, deve ricordare numeri e cifre: fa il magazziniere per la Sub Pop. Già, proprio quella storica etichetta, una volta davvero tanto indipendente, che segnò il grunge di Seattle, seguendo e credendo ciecamente negli esordi di band con Nirvana, Soundgarden, ma ancor prima Green River e gli stessi Mudhoney...