Cultura
Muhammad Ali, quella danza sul ring che divenne rivolta
L'anniversario In libreria per 66thand2nd la monumentale biografia firmata da Jonathan Eig. Scomparso il 3 giugno del 2016, Ali non fu solo il più grande pugile di tutti i tempi, ma un simbolo della lotta contro il razzismo e la guerra. «Lo spirito stesso del XX secolo», come scrisse di lui Nornam Mailer
Muhammad Ali
L'anniversario In libreria per 66thand2nd la monumentale biografia firmata da Jonathan Eig. Scomparso il 3 giugno del 2016, Ali non fu solo il più grande pugile di tutti i tempi, ma un simbolo della lotta contro il razzismo e la guerra. «Lo spirito stesso del XX secolo», come scrisse di lui Nornam Mailer
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 1 giugno 2019
Nella boxe, al pari di quanto accade negli scacchi, occupare il centro del ring è considerato strategico per condurre a buon fine un incontro. Per difendere questa posizione, dalla quale è più facile piazzare dei buoni colpi, i pesi massini rimangono piantati di fronte al loro avversario chiudendo la guardia ben prima di contrattaccare. Tutti, ma non lui. «Fluttua come una farfalla, pungi come un’ape», lo incitava Dundee «Bundini» Brown, il suo primo allenatore da professionista. Perché il ring, Muhammad Ali lo occupava danzando, saltellando da un lato all’altro, cambiando velocemente guardia, giocando con ogni mossa, sorridendo di fronte al...