Economia

Multinazionali, ecco perché serve una tassa minima al 25% e non al 15%

Multinazionali, ecco perché serve una tassa minima al 25% e non al 15%Una protesta per la tassazione delle multinazionali – Ap

G20 a Venezia Si allarga la protesta contro l'accordo fiscale. L'aliquota minima al 15% è troppo bassa e tardiva, penalizza i paesi poveri e rischia persino di non tenere conto delle grandi aziende. Da Gabriel Zucman, coordinatore dell'Osservatorio fiscale europeo a Oxfam le ragioni per il 25%. In dieci anni l'Italia otterrebbe 110 miliardi in più per rifinanziare il Welfare

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 luglio 2021
Trovato l’accordo, c’è già l’inganno. A dispetto dei toni trionfalistici con i quali la tassa minima al 15% sulle multinazionali continua ad essere presentata, l’accordo raggiunto prima al G7 e da 130 paesi sui 139 che hanno aderito al tavolo Ocse sull’erosione della base e la deviazione dei profitti (Beps), oggi in discussione al G20, contiene una serie di gravi problemi. Si può convenire sul fatto che sia un passo nella giusta direzione, ma l’aliquota è troppo bassa e troppo tardiva. Fino agli anni Ottanta del XX secolo il 50% dei guadagni delle sole aziende americane andavano in tasse statali...

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