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Munari, un bambino grande fra realismo e evasione

Munari, un bambino grande fra realismo e evasioneBruno Munari, «Scultura da viaggio», 1959

Bruno Munari al Museo Fico di Torino La mostra fuga ogni malinteso sulla versatilità del designer milanese: ognuno dei suoi «giochi» risalta per necessità progettuale e un raro senso della semplicità che, così vide Argan, si produce dall’ironia

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 5 marzo 2017
“Munari è un uomo piccolo, il suo volto magro ha l’impressione chiara e sempre vagamente stupefatta di un bambino. Ride volentieri degli stravaganti ordigni ma li prende molto sul serio». Così nel 1948 Dino Buzzati presentava Bruno Munari ai visitatori della Galleria Borromini di Milano. In poche righe un ritratto perfetto perché contiene i due basilari aspetti del suo fare creativo: il mondo giocoso e favolistico dell’infanzia e quello esatto della tecnica, accomunati dalla ricerca, dal metodo, dall’esperienza. Nel loro reciproco interagire si svolge l’affascinante carriera di artista e di designer di Munari. Si può convenire con Claudio Cerritelli che...

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