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Musica classica, la «regola» del Venti
Dal Medioevo a oggi il ventesimo anno di ogni secolo è stato sempre prodigo di grandi opere. Da Guillaume Dufay a Igor' Stravinskij. Occhio ai cento brani da ascoltare almeno una volta nella vita, secondo il compositore Nicola Campogrande
Igor' Stravinskij
Dal Medioevo a oggi il ventesimo anno di ogni secolo è stato sempre prodigo di grandi opere. Da Guillaume Dufay a Igor' Stravinskij. Occhio ai cento brani da ascoltare almeno una volta nella vita, secondo il compositore Nicola Campogrande
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 13 giugno 2020
L’anno Venti è significativamente prodigo di composizioni musicali, andando indietro nel tempo di secolo in secolo. Ma già solo iniziando con i cinquant’anni appena trascorsi si può scoprire che Karlheinz Stockhausen compone Mantra per due pianoforti e Luigi Nono Y entonces comprendió per nastro, tre soprani, tre voci femminili e cori misti, insomma due capolavori della cosiddette sonorità contemporanee (vicino alle quali si collocano pure l’elettronica con Acustica di Mauricio Kagel e Black Angels di George Crumb e in parte il concerto Tout un monde lontain di Henri Dutilleux). Andando indietro al 1920 basta citare il Pulicnella e la Sinfonia...