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Nagasaki, il corpo non dimentica settant’anni dopo
Scaffale Hayashi affida a personaggi femminili il filo della memoria, componendo una galleria di malinconici «ghosts» che diventano come perle di una preziosa collana
La Cattedrale di Urakami distrutta dalla bomba atomica a Nagasaki, settembre 1945 – Ap
Scaffale Hayashi affida a personaggi femminili il filo della memoria, componendo una galleria di malinconici «ghosts» che diventano come perle di una preziosa collana
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 agosto 2021
Nella prefazione al suo libro Nagasaki, racconti dell’atomica (per la prima volta in Italia con le edizioni Gallucci, traduzione di Manuela Suriano, pp. 208, euro 14), Kyoto Hayashi si rivolge direttamente ai suoi lettori e lettrici per renderli partecipi di quel «nemico interno» – le radiazioni – che nonostante siano passati settant’anni costringe tutti i sopravvissuti dei bombardamenti a non dimenticare mai, perché neanche il loro corpo può scordare. Ci deve fare i conti, a prescindere dalla cronologia della storia. Lei, nata nel 1930 e morta nel 2017, poco più che adolescente era stata rimpatriata dalla Cina, dove lavorava suo...