Internazionale

Nagorno-Karabakh, le ferite profonde di una terra di nessuno

Nagorno-Karabakh, le ferite profonde di una terra di nessunoUna famiglia armena segue le notizie in un rifugio a Stepanakert – Ap

Pogrom e rivendicazioni territoriali Alle radici del conflitto tra azeri e armeni in una regione ricca di storia e umanità. Dal «nero velluto della notte sovietica» ai fragili accordi del ’94, una storia irrisolta

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 29 settembre 2020
Visitando nel 1931 Shushi, cittadina del Karabakh segnata anni prima da un pogrom anti-armeno, Osip Mandelshtam, fra i massimi poeti russi del secolo scorso, ci ha lasciato testimonianza in alcune pagine strazianti di come la traccia di queste violenze, di poco precedenti l’annessione del territorio all’Urss, fosse ancora viva. «LA MONTAGNA DELLE LINGUE» – così gli arabi chiamavano il Caucaso nel Medioevo – è da sempre una terra plurale da un punto di vista etnico, religioso e linguistico. Se è indubbio che, ancora in epoca sovietica, la bilancia demografica in Karabakh pendesse nettamente da parte armena, sarebbe riduttivo e forse...

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