Alias
Nairobi sound, i sogni tormentati della città
Reportage/ È dagli slum urbani che arrivano le fusioni musicali più sorprendenti, tra gang, studenti e associazioni onlus Il rito dei bus locali, i «matatu», che giorno e notte diffondono rap e reggae dai loro chiassosi altoparlanti
Un dj set «di strada» (foto di Guido Mariani)
Reportage/ È dagli slum urbani che arrivano le fusioni musicali più sorprendenti, tra gang, studenti e associazioni onlus Il rito dei bus locali, i «matatu», che giorno e notte diffondono rap e reggae dai loro chiassosi altoparlanti
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 10 giugno 2017
Guido MarianiNAIROBI
Si chiama kapuka. È un genere musicale che fonde rap, dance-pop, reggae e atmosfere africane. Un collage afrocaraibico derivato dal reggaetón, dalla dancehall e dall’hip hop. È la musica più popolare nelle radio e per le strade di Nairobi e che unisce una città piena di contrasti in cui il divario tra ricchezza e povertà è colossale. «È la mia musica preferita, quella che ascoltavo da piccolo», a parlare è Idris Abdul, vent’anni, un ciuffo di capelli rasta corti e l’aspetto di uno che sa quello che vuole. È originario di Kibera il più grande slum africano, un quartiere cresciuto...