Alias Domenica
Nam June Paik, trascendenza mediatica
A Londra, Tate Modern, la mostra su Nam June Paik I rapporti con lo sperimentalismo più estremo, da Cage a Beuys a Charlotte Moorman, l'artista coreano li ha intesi sempre come potenziamenti specifici del suo spirito polimorfo. Trasportò nel video la veracità anarchica della sua esperienza nell’happening e nella performance
Nam June Paik, "Buddha TV", 1974, Amsterdam, Stedeliijk Museum
A Londra, Tate Modern, la mostra su Nam June Paik I rapporti con lo sperimentalismo più estremo, da Cage a Beuys a Charlotte Moorman, l'artista coreano li ha intesi sempre come potenziamenti specifici del suo spirito polimorfo. Trasportò nel video la veracità anarchica della sua esperienza nell’happening e nella performance
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 15 dicembre 2019
Davide RaccaLONDRA
L’opera è apparentemente molto semplice. Una scultura in legno nero di Budda del diciottesimo secolo è posta di fronte a un televisore dal tipico design arrotondato degli anni settanta. A fare da trait-d’union tra essi c’è una telecamera a circuito chiuso che imprime al tutto un movimento a spirale: essa infatti osserva il Budda che osserva la propria immagine nel televisore. L’opera diviene allora reale e virtuale al contempo, immagine diretta e riflessa, che vede nel momento in cui è vista. Qui si mette in loop spiritualità e tecnica, trascendenza e aura mediatica, opera e riproduzione tecnologica. Ma anche Oriente...