Cultura
Namwali Serpell, tessiture epiche sulle rive del fiume
L'intervista La scrittrice zambiana parla del suo «Capelli, lacrime e zanzare». Il romanzo di esordio, tradotto da Fazi, ha avvio nel 1904 nell’insediamento coloniale «Old Drift». «Volevo minare la nozione di letteratura nazionale, sovvertire le aspettative circa la letteratura africana»
Un’opera dell’artista Stary Mwaba
L'intervista La scrittrice zambiana parla del suo «Capelli, lacrime e zanzare». Il romanzo di esordio, tradotto da Fazi, ha avvio nel 1904 nell’insediamento coloniale «Old Drift». «Volevo minare la nozione di letteratura nazionale, sovvertire le aspettative circa la letteratura africana»
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 luglio 2021
Vincitrice del Caine Prize 2015 per la sezione africana con il racconto The Sack, Namwali Serpell si è imposta sulla scena letteraria mondiale con il suo primo romanzo, Capelli, lacrime e zanzare (Fazi editore, pp. 837, euro 18,50, traduzione di Enrica Budetta), definito da Salman Rushdie «straordinario, ambizioso, evocativo, un libro impressionante, che spazia abilmente tra romanzo storico e fantascienza, muovendosi fra dibattito politico, realismo psicologico e ricco favolismo». La narrazione ha avvio nel 1904 sulle rive del fiume Zambesi, a poche miglia dalle maestose Cascate Vittoria, in un insediamento coloniale chiamato «Old Drift». Da un fatale errore, i destini...