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Nazionalizzare l’Ilva è il solo modo per fermare la macchina assassina
Taranto Fin dagli anni ’60 la storia dello stabilimento è piena di morti. Dentro e fuori la fabbrica. Ogni discussione sul suo futuro non può prescindere da questo dato di fatto
Taranto Fin dagli anni ’60 la storia dello stabilimento è piena di morti. Dentro e fuori la fabbrica. Ogni discussione sul suo futuro non può prescindere da questo dato di fatto
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 17 novembre 2019
L’Ilva di Taranto è una gigantesca macchina assassina. La cifra di tutta la sua storia è la Morte (la «morte industriale» canterebbe Guccini). Da questo dato durissimo, e inconfutabile, non può prescindere ogni discussione sul suo destino (sul suo passato, sul suo presente, e soprattutto sul suo futuro): dal fatto che quello stabilimento uccide. Uccide chi ci lavora dentro: i «suoi» operai (farebbero bene a rifletterci i sindacati che non dovrebbero difendere solo i posti di lavoro ma anche i lavoratori e le loro vite). Ne sono morti 208, per «incidenti» sul lavoro, dal primo, Giovanni Gentile, il 1° agosto...