Internazionale
Nei campi di detenzione in Siria c’è l’Isis «invisibile»
Stato islamico e foreign fighters Le forze curde costrette a gestire senza fondi migliaia di miliziani stranieri e le loro famiglie. Gli uomini in carcere, mogli e figli nelle tende sotto controllo delle Sdf. «Le donne non sono solo vittime, molte avevano ruoli attivi: al fronte, a capo della brigata morale, a gestire le schiave yazide»
Baghouz, le Sdf perquisiscono gli uomini sospettati di essere miliziani dell’Isis – Delil Souleiman/Afp
Stato islamico e foreign fighters Le forze curde costrette a gestire senza fondi migliaia di miliziani stranieri e le loro famiglie. Gli uomini in carcere, mogli e figli nelle tende sotto controllo delle Sdf. «Le donne non sono solo vittime, molte avevano ruoli attivi: al fronte, a capo della brigata morale, a gestire le schiave yazide»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 maggio 2019
A fine marzo, mentre le Forze democratiche siriane (Sdf) celebravano la liberazione di Baghouz, ultima enclave siriana dell’Isis, la città di Manbij veniva scossa da un nuovo attentato firmato Daesh. Sette morti tra i combattenti della federazione multietnica e multiconfessionale nata nell’ottobre 2015 nel nord della Siria. In quell’occasione Shervan Derwish, portavoce del Consiglio militare di Manbij, si appellava alla comunità internazionale perché si prendesse in carico i miliziani islamisti catturati in questi anni dalle forze di Rojava: processiamoli in un tribunale speciale. Perché, a oggi, il peso di quei miliziani grava esclusivamente sulle spalle delle Sdf in Siria e,...