Cultura

Nel laboratorio artistico si sperimenta la nuova antropologia del lavoro

Nel laboratorio artistico si sperimenta la nuova antropologia del lavoroParticolare da «Harald Szeemann: Museum of Obsessions / museo delle ossessioni»

Indagini «L’autunno caldo del curatore. Arte, neoliberismo, pandemia» di Marco Baravalle, edito da Marsilio. L’autore, attivista del Sale Docks di Venezia utilizza per la sua analisi gli strumenti del postoperaismo

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 4 gennaio 2022
Cosa c’entrano le lotte operaie con l’arte contemporanea e il suo sistema? Che relazione c’è tra la rivolta di Corso Traiano del 1969 e Harald Szeemann, tra l’operaio massa raccontato in Vogliamo tutto di Nanni Balestrini e i molti lavoratori dell’arte e della cultura sfruttati da una catena di montaggio molto meno rumorosa e molto più globalizzata rispetto a quella fordista? E quali i rapporti tra la governamentalità postmoderna e la struttura narrativa della curatela mainstream? E tra istituzioni, logica dell’evento e metropoli? A SPIEGARCELO – con un’analisi critica che affonda le sue radici nella cassetta degli attrezzi del postoperaismo...

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