Cultura

Nel mondo incantato e crudele di uno scultore eccentrico e visionario

Nel mondo incantato e crudele di uno scultore eccentrico e visionarioValeriano Trubbiani, «Volterra 1973» Courtesy Archivio Fotografico Enrico Cattaneo

ADDII In ricordo di Valerio Trubbiani

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 1 settembre 2020
In una pagina del romanzo Manuale di pittura e calligrafia, José Saramago si soffermava sulla sala di Valeriano Trubbiani (Macerata 2 dicembre 1937 – Ancona, 29 agosto 2020) alla Biennale di Venezia del 1972. Per la prima volta questi presentava Stato d’assedio, una foresta di picche con mani minacciose che agguantano per il collo dei volatili. Lo scrittore portoghese, però, si era soffermato su Quo Vadis? del 1972: un ibis incatenato a un tavolo da tortura, minacciato da una mano che brandisce un retino da caccia. L’atto cruento – fra pistole e seghe rotanti – è latente, raggelato prima che...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi