Visioni
Nel ritmo forsennato dei «flussi di coscienza»
Note sparse Si intitola «Se nascevo femmina» il nuovo lavoro di Ilaria Viola: «Sono passati più di 70 anni dal diritto di voto alle donne e la parità, non l’uguaglianza, dovrebbe essere data per scontata. E invece il maschilismo è insito in maniera subdola»
Ilaria Viola
Note sparse Si intitola «Se nascevo femmina» il nuovo lavoro di Ilaria Viola: «Sono passati più di 70 anni dal diritto di voto alle donne e la parità, non l’uguaglianza, dovrebbe essere data per scontata. E invece il maschilismo è insito in maniera subdola»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 giugno 2019
«Nata donna mi ritrovo ad arrancare per restare solo al passo coi maschietti», è uno dei versi di Se nascevo femmina il brano che dà il titolo all’ultimo album di Ilaria Viola (Goodfellas/Lapidarie Incisioni). Cantautrice difficile da definire perché usa il ritmo forsennato del flusso di coscienza con una lingua acuminata e ironica mentre, due brani dopo, diventa l’armoniosa voce di un racconto sulle insicurezze cagionate dall’amore. Otto brani arrangiati con Giacomo Ancillotto (Sudoku Killer) e con la produzione artistica di Lucio Leoni che, come ci racconta Ilaria: «È riuscito a riportarmi ’sulla terra’». Il cantautorato è affrontato in modo...