Cultura

Nel teatro della parola il segno è l’unico vero performer

Nel teatro della parola il segno è l’unico vero performerPaolo Fabbri

Scaffale Paolo Fabbri, "Vedere ad arte. Iconico e icastico", a cura di Tiziana Migliore per Mimesis. Nei vari formati dell’articolo, del saggio o della prefazione si trovano diverse occasioni per condividere un vario e lungo cammino di incontri e visioni, fatte per lo più negli ultimi vent’anni e ordinate, come spiega la curatrice nella postfazione, seguendo «problemi e concetti dell’opera che Fabbri ha individuato in maniera ricorrente»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 maggio 2020
Se c’è una cosa che Paolo Fabbri ha l’abilità e il merito di saper mostrare in ogni occasione, è che la semiotica, senza in nulla derogare ai propri metodi di analisi, di commento, di scoperta e di interpretazione (metodi indirizzati al rispetto di protocolli sperimentali e criteri di verifica che in qualche occasione costringono ad una certa legnosità), può anche avere un modo fluido e narrativo, gradevole e coinvolgente di comunicare. Chi lo ha sentito parlare in pubblico non avrà potuto fare a meno di notare la grazia argomentativa e affabulatoria che contraddistingue il suo ragionare. Le parole si disperdono,...

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