Visioni
Nel vortice rossiniano
A teatro Il Rof ancora una volta sfata i luoghi comuni come quello che vuole l’opera lirica ormai genere morto e sepolto. I tre titoli scelti sono «Armida», «Il barbiere di Siviglia» e «Aureliano in Palmira»
/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/08/14/15romeuesiragusa
A teatro Il Rof ancora una volta sfata i luoghi comuni come quello che vuole l’opera lirica ormai genere morto e sepolto. I tre titoli scelti sono «Armida», «Il barbiere di Siviglia» e «Aureliano in Palmira»
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 15 agosto 2014
Gianfranco CapittaPESARO
Il Rossini Opera Festival torna ogni anno a sfatare banali e pericolosi luoghi comuni, come quello che vuole l’opera lirica morta e sepolta nel gradimento del pubblico. La manifestazione pesarese riesce non solo a riempire fino al «tutto esaurito» le sale, ma può vantare un pubblico attento, cosmopolita, e soprattutto di età media inferiore a quella di molti teatri. E quello che va in scena, oltre alla «qualità» che ognuno può giudicare liberamente, vanta una intelligenza inoppugnabile. Quest’anno tra i tre titoli prescelti nell’archivio prezioso che la Fondazione Rossini ha coltivato in questi anni, ce n’era uno quasi di bandiera...