Cultura
Nella «città giusta» che ridisegna il senso dell’abitare
GIANCARLO DE CARLO Un percorso di letture, tra saggi e riedizioni, indagano il tragitto dell’urbanista a cento anni dalla nascita. In un periodo di ridondanti masterplan la sua esperienza di insegnamento si può leggere come una delle più coerenti forme di resistenza all’eclettismo postmoderno
Giancarlo De Carlo, Magistero (1968-1976)
GIANCARLO DE CARLO Un percorso di letture, tra saggi e riedizioni, indagano il tragitto dell’urbanista a cento anni dalla nascita. In un periodo di ridondanti masterplan la sua esperienza di insegnamento si può leggere come una delle più coerenti forme di resistenza all’eclettismo postmoderno
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 22 febbraio 2020
Se il lessico rispecchia i tempi che si vivono, quello di Giancarlo De Carlo ne è una prova evidente. Alle sue parole, quali «riuso», «partecipazione», «abitare popolare» e «territorio», si sono sostituiti quelle di «rigenerazione», «consenso», social housing e smart land. La differenza non è formale. Con i nuovi lemmi è come se si fossero indeboliti i significati riformatori che contenevano i primi. Ad esempio ne esce debilitato il riferimento alle disuguaglianze, alla rendita immobiliare, ritenuta un vanto, o alla salvaguardia degli spazi pubblici, sempre più ristretti. Insomma, il nuovo lessico urbano riflette le ciniche regole neoliberiste che bruciano risorse...