Cultura
Nella complessità della predizione
ALESSANDRO VESPIGNANI Un’intervista a partire dal suo ultimo volume «L’algoritmo e l’oracolo». Network complex, reti neurali, stabili o transitorie, il suo lavoro sta sulla frontiera della «fisica del sociale». «Ci sono esperti che parlano di libertà aperta dalle tecnologie, di orizzontalismo. Sono molto scettico»
«Telepathy», di Grégoire A. Meyer
ALESSANDRO VESPIGNANI Un’intervista a partire dal suo ultimo volume «L’algoritmo e l’oracolo». Network complex, reti neurali, stabili o transitorie, il suo lavoro sta sulla frontiera della «fisica del sociale». «Ci sono esperti che parlano di libertà aperta dalle tecnologie, di orizzontalismo. Sono molto scettico»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 16 giugno 2019
Un cervello in transito, più che in fuga, che dichiara apertamente che lui dall’Italia non pensava proprio di andarsene, ma che il suo mentore lo aveva consigliato caldamente di accettare la proposta che gli veniva oltre Atlantico perché alla Sapienza di possibilità di borse di studio non ce n’era neppure l’ombra, nonostante l’ateneo romano fosse considerato una università di ottimo livello. E negli Stati Uniti Alessandro Vespignani ha cominciato a lavorare sulla complessità. È nel team di Benoît Mandelbrot, conosce fisici, matematici, ingegneri, sociologi noti (Albert-László Barabási e David Lazer) che all’invito a un caffè per parlare di come studiare...