Visioni

Nella Parigi occupata, l’esperienza soggettiva del dolore

Nella Parigi occupata, l’esperienza soggettiva del dolore

Al cinema «La Douleur» di Emmanuel Finkiel, tratto dal romanzo di Marguerite Duras. Fra Storia collettiva e individuale

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 17 gennaio 2019
«Davanti al camino, il telefono. È accanto a me. A destra, la porta del salone e il corridoio. Alla fine del corridoio, l’ingresso». Le prime parole del romanzo di Marguerite Duras, sono anche quelle del film di Emmanuel Finkiel. Un’assenza si fa notare. Quella del verbo essere – ricorre una sola volta in quattro frasi. È così che Duras suggerisce, formalmente, l’assenza del marito. Siamo vicini e lontani dalla Disparition di Georges Perec, quel romanzo impossibile, scritto tutto senza «e», facendo a meno di questa lettera così inaggirabile, impresa che dà la dimensione di che cos’è vivere «sans eux», senza...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi