Economia

Nella seconda recessione aumentano i «ristori» ma il Welfare resta a pezzi

Nella seconda recessione aumentano i «ristori» ma il Welfare resta a pezzi

Il caso Il governo ha approvato il terzo decreto "ristori" e già ne prepara un altro la prossima settimana. L'ufficio studi Confindustria annuncia una "seconda recessione" prodotta dalla seconda ondata del Covid con il rischio di fallimenti nei servizi, a cominciare da commercio e ristorazione. La logica dell'emergenza continua a imporre misure sociali estemporanee e senza visione. Per la Caritas ci sono già 450 mila poveri in più. Per l'Istat hanno perso il lavoro 450 mila precari. Serve una riforma universalistica del Welfare a cominciare dall'estensione del reddito di cittadinanza senza condizioni. Si stanno mettendo le basi per la pandemia sociale

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 22 novembre 2020
Ogni «Dpcm» comporta uno o più decreti «ristoro». Lo stillicidio continuerà seguendo l’andamento della curva epidemiologica. Sulla base della geografia variabile delle chiusure e delle riaperture decise dall’algoritmo che attribuisce una patina di oggettività al passaggio delle regioni da un colore all’altro (giallo-arancio-rosso) il governo centellina micro-misure risarcitorie settore per settore, in particolare nei servizi. Solo nell’ultimo mese, i ha stanziato almeno 15 mil8ardi di euri per finanziare i suoi ristori. Tanto più durerà l’emergenza, tanto più si dovranno fare scostamenti di bilancio, con o senza deficit, per finanziare le perdite. Ma non sarà sufficiente e questo determina il rischio...

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