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Nelle taverne con i romani

Nelle taverne con i romaniBottega, Ercolano

Archeologia e arte contemporanea Un percorso di installazioni, dedicate a Amedeo Maiuri, cerca di far rivivere le domus degli Scavi. La città antica è al centro di un interesse turistico in crescita, che porta con sé alcuni problemi. Intervista con il direttore Francesco Sirano

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 19 maggio 2018
Nella Casa del Bel Cortile degli scavi di Ercolano, l’archeologo Amedeo Maiuri che circa novanta anni fa (era il 16 maggio del 1927) aveva iniziato con entusiasmo a portare alla luce la città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, volle allestire un antiquarium, esponendo alcuni oggetti ritrovati durante i lavori. Fedele al principio di Aristotele secondo cui è la meraviglia il motore della conoscenza, lo studioso nel 1956 aveva immaginato una macchina del tempo a forma di frammenti, piccole statue, oggetti della quotidianità. Ercolano doveva somigliare a un tessuto urbano vivente, un museo all’aperto che respirava, nelle sue «insulae»...

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