Cultura
Nelle tenebre si può risplendere di un amore inconsumabile
LIBRI COME Un’intervista con Adélaïde Bon, oggi ospite in Italia nell'ambito della fiera dell'editoria romana per presentare il suo esordio «La bambina sulla banchisa», edito da e/o. «Ho scritto questo per dire cosa significhi vivere dopo uno stupro. È un percorso duro ma si guarisce. La scrittura non è una terapia ma mi ha riassemblata»
Dominque Fortin, «La rencontre»
LIBRI COME Un’intervista con Adélaïde Bon, oggi ospite in Italia nell'ambito della fiera dell'editoria romana per presentare il suo esordio «La bambina sulla banchisa», edito da e/o. «Ho scritto questo per dire cosa significhi vivere dopo uno stupro. È un percorso duro ma si guarisce. La scrittura non è una terapia ma mi ha riassemblata»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 16 marzo 2019
«Ho cercato il tempo del coraggio, di una stanza tutta per me che mi consentisse di scrivere». Sono dei paraggi simbolici inestimabili quelli che segnala Adélaïde Bon, intervistata a proposito del suo primo libro La bambina sulla banchisa (edizioni e/o, pp. 200, euro 16, traduzione di Silvia Turato). Lo ha scritto per tutte le sue sorelle, prosegue, i suoi fratelli, che stanno su quel pezzo di ghiaccio marino. «E perché una bambina su cinque in Europa è vittima di violenza sessuale. L’ho fatto per i parenti, i genitori, gli assistenti, gli agenti di polizia e i magistrati coinvolti nella mia...