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Nell’era digitale, serve un nuovo compromesso tra Stato e mercato

Nell’era digitale, serve un nuovo compromesso tra Stato e mercatoUn’opera di Nick Gentry

Lavoro Il capitalismo digitale sta tagliando il ramo sul quale è seduto. È destinato al fallimento per la sovraproduzione e la sotto-occupazione che esso stesso alimenta

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 26 gennaio 2018
La politica è spaesata, balbetta discorsi in cui non crede; compie salti fideistici in un qualcosa che in futuro avverrà, ma non si sa che cosa sia e perché dovrebbe avvenire. Il tatcheriano «non c’è altra soluzione» blocca le menti, e rende spendibili evidenti sciocchezze. Come la prospettiva di superare la disoccupazione e il precariato di intere generazioni con le start-up o similia. La mancanza di verità produce un contesto malato in cui hanno libero corso le menzogne. OGGI PERÒ SI INTRAVEDE qualcosa: una trasformazione molecolare, direbbe Gramsci. La critica alle disuguaglianze, moralmente inaccettabili ed economicamente dannose (Fmi), ha scavato,...

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