Nell’esclamativo  l’eco di una antica oralità perduta
Alias Domenica

Nell’esclamativo l’eco di una antica oralità perduta

Il respiro della prosa/3 Con l’avvento della scrittura, l’intonazione e l’azzardo dei sentimenti sono stati sottratti alla voce e riserrati in alcuni segni: fra questi, il punto esclamativo. Nel passare da una lingua all’altra si dislocano in un nuovo tempo-spazio anche i segni di interpunzione, che indicano silenzi e modulazioni sonore: la testimonianza di un poeta, traduttore dal francese
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 7 agosto 2022
L’esclamativo: un’asticella che sovrasta un punto. Un segno che raccoglie, di volta in volta, un sentimento: lo stupore, il grido, il richiamo, la minaccia, l’avvertimento, la scoperta, l’annuncio, l’ingiunzione, la paura, l’incantamento, l’esortazione, la sorpresa. E questo per suggerire a chi legge l’arpeggio delle intonazioni, le modulazioni sonore delle vocali, l’enfasi che deve accompagnare l’atto dell’ ex-clamare. E dare così voce al patto nascosto che la scrittura ha con l’oralità. Un patto scosso dall’avvento della scrittura. La scrittura, imponendosi, ha allontanato da sé la voce, e con la voce il soffio, il vento, il respiro, insomma il nesso tra la...

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