Italia
«Nicolò Amato sapeva ascoltare. E progettare il futuro delle carceri»
Intervista Mauro Palma, Garante nazionale dei detenuti, ricorda l’ex capo del Dap e magistrato anti terrorismo scomparso ieri a 88 anni. «Non era certo contro l’emergenzialismo però considerava l’emergenza tale: transitoria. Perciò era critico verso quei provvedimenti che poi diventavano stabili»
Nicolò Amato
Intervista Mauro Palma, Garante nazionale dei detenuti, ricorda l’ex capo del Dap e magistrato anti terrorismo scomparso ieri a 88 anni. «Non era certo contro l’emergenzialismo però considerava l’emergenza tale: transitoria. Perciò era critico verso quei provvedimenti che poi diventavano stabili»
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 23 luglio 2021
«Inquisitore», «riformista», «socialista», «cattolico»… Si potrebbe ricordare in tanti modi, Nicolò Amato, magistrato e avvocato messinese morto ieri, a 88 anni, a Roma. Come sostituto procuratore seguì molte delle inchieste sul terrorismo negli anni Ottanta, dai Nar al caso Moro passando per l’attentato a Giovanni Paolo II. Dal 1993 passò alla professione di avvocato e assunse la difesa di Craxi nei processi per Tangentopoli. Politicamente assunse posizioni che non piacevano affatto alla sinistra, né allora né in epoche più recenti. Ma per tutti, ciò che lo distinse davvero fu la spinta riformatrice che impresse al sistema delle carceri nei dieci...