Internazionale
Niente da festeggiare per i dannati del tessile
Bangladesh Un triste primo maggio per le vittime del crollo del Rana Plaza. Benetton ammette di aver avuto in passato rapporti con le aziende ospitate nell'edificio, ma assicura: "Non ce ne laveremo le mani"
La mano di un operaio tra le macerie del Rana Plaza – Reuters
Bangladesh Un triste primo maggio per le vittime del crollo del Rana Plaza. Benetton ammette di aver avuto in passato rapporti con le aziende ospitate nell'edificio, ma assicura: "Non ce ne laveremo le mani"
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 1 maggio 2013
Il primo maggio del Bangladesh oggi si chiama Rana Plaza, l’edifico crollato una settimana fa e in cui sono rimaste sepolte centinaia di vittime e le ambizioni dell’industria tessile del paese, il maggior polo di sviluppo e profitto ma anche la causa di altrettanti drammi. Un dramma che ha coinvolto anche molte aziende occidentali, che in Bangladesh delocalizzano le produzioni. Qualcuno ha fatto spallucce. Altri, come la canadese Loblaw e la britannica Primark hanno ammesso di essere clienti di alcune delle fabbriche ospitate nel palazzo e hanno proposto una compensazione alle famiglie delle vittime. Altri hanno plaudito a un’iniziativa che...