Lavoro
«Niente maternità né contributi: per lo Stato siamo fantasmi»
Alessandra, scontrinista e mamma «Quattordici anni umilianti, a raccogliere ricevute per un rimborso: e adesso ci scaricano con un sms. Ma lo Stato valorizzi almeno il nostro percorso professionale»
"Quattrocento scontrini", installazione di Francesco Capponi
Alessandra, scontrinista e mamma «Quattordici anni umilianti, a raccogliere ricevute per un rimborso: e adesso ci scaricano con un sms. Ma lo Stato valorizzi almeno il nostro percorso professionale»
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 26 maggio 2017
Con la vertenza degli «scontrinisti» sembriamo essere ripiombati negli anni più bui del lavoro: il contratto viene sostituito dalla presentazione dello scontrino, e non esistono tutele base (ormai riconosciute perfino ai precari: e ci mancherebbe) come la maternità e il pagamento dei contributi. Alessandra Rosati, ex lavoratrice della Nazionale e mamma di una bambina di due anni e mezzo, rappresenta perfettamente questa condizione. Come gli altri tuoi 21 colleghi hai ricevuto lunedì sera l’sms di «licenziamento». Sì, una situazione incredibile, direi quasi paradossale. Ma purtroppo l’abbiamo vissuta nella realtà. Un messaggino sul telefono mi informava che dall’indomani non sarei più...