Visioni

Nina Simone, una voce per gli african american

Nina Simone, una voce per gli african americanNina Simone – foto Alfred Wertheimer

Cinema Il documentario di Liz Garbus, che ripercorre la vita e le battaglia della cantante, ha inagurato il Sundance, il Festival diretto da Robert Redford

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 24 gennaio 2015
«Certe volte la mia voce ha il suono della ghiaia, altre è come un caffé con la panna». Basta questa dichiarazione per evocare la favolosa, inarrivabile, profonda imprevidibile libertà dell’arte di Nina Simone, cui il Sundance film festival ha reso omaggio la sera dell’inaugurazione con What Happened, Miss Simone? (prodotto da Netflix, in programma anche alla Berlinale). Il titolo del nuovo documentario di Liz Garbus, una veterana del Sundance che ha già lavorato su profili di artisti altissimi e «tormentati» come Marilyn Monroe e Bobby Fisher, è la citazione di un testo di Maya Angelou («Cosa è successo Miss Simone?...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi