Alias
No wave, il fiore malato di NYC
Storie Un genere musicale che ha travolto la città a fine anni ’70. Intervista a Lydia Lunch. Un cocktail di funk, punk, free jazz e terrorismo sonoro. Un circuito di artisti e band limitato e circoscritto che però ha lasciato una forte eredità e influenzato intere generazioni. Ripensando a James Chance
New York nel ’78 – foto di Ernst Haas/Getty Images
Storie Un genere musicale che ha travolto la città a fine anni ’70. Intervista a Lydia Lunch. Un cocktail di funk, punk, free jazz e terrorismo sonoro. Un circuito di artisti e band limitato e circoscritto che però ha lasciato una forte eredità e influenzato intere generazioni. Ripensando a James Chance
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 31 agosto 2024
La scomparsa lo scorso 18 giugno di James Chance, sassofonista, leader e autore dei Contortions, tra le band più innovative nella New York di fine anni Settanta, ha riportato all’onore delle cronache (più sotterranee) la vicenda stupefacente della scena no wave, che visse il tempo di una fiammata nella Grande Mela di quegli anni per poi deflagrare in mille altri progetti, lasciando influenze, semi (malefici), retaggi sonori, artistici e culturali. Singolare perché, alla fine, il circuito di artisti e band riconducibili alla «scena» era molto limitato e circoscritto e si perdeva facilmente nel marasma di quegli anni Settanta in cui...