Politica
Nomine, acquisti, favori: la destra nel feudo della cultura
Patria e famiglia Il degrado dell’istituzione cui è affidato il patrimonio del paese non è cominciato con Sangiuliano e nemmeno con Sgarbi. Ma i nuovi potenti ci si ritrovano alla perfezione
Il G7 della cultura in visita al Museo archeologico di Napoli – Ansa
Patria e famiglia Il degrado dell’istituzione cui è affidato il patrimonio del paese non è cominciato con Sangiuliano e nemmeno con Sgarbi. Ma i nuovi potenti ci si ritrovano alla perfezione
Pubblicato 26 giorni faEdizione del 27 ottobre 2024
Il degrado del ministero della Cultura – istituzione che dovrebbe tutelare e promuovere il patrimonio del paese, in tutte le sue forme, nell’interesse pubblico – non l’abbiamo scoperto con l’ondata di dimissioni partita a febbraio con la «resa» del sottosegretario Sgarbi. Neppure il caso Boccia, che ha segnato la fine del ministro Sangiuliano, può considerarsi il culmine delle vergogne di un dicastero scosso nelle ultime settimane dalle dimissioni del capo di gabinetto Spano, nominato dal neo-ministro Giuli il 14 ottobre e durato, appunto, come una meteora. Proprio le vicende di Spano – accusato anch’egli di conflitto d’interessi per l’assegnazione di...