Alias Domenica
Non bisogna rifiutare la vertigine della distanza né quella della prossimità
Interviste letterarie Una conversazione del giugno 1998 con il critico letterario, morto lo scorso 4 marzo, ripercorre alcuni snodi del suo pensiero: tra questi, la polemica con chi intende la critica come «disvelamento» del senso apparente dell’opera: «non bisogna avversare ciò che è immediatamente visibile»
Jean Starobinski
Interviste letterarie Una conversazione del giugno 1998 con il critico letterario, morto lo scorso 4 marzo, ripercorre alcuni snodi del suo pensiero: tra questi, la polemica con chi intende la critica come «disvelamento» del senso apparente dell’opera: «non bisogna avversare ciò che è immediatamente visibile»
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 marzo 2019
La fama di Jean Starobinski ha la qualità dei fenomeni senza tempo, che sappiamo già inscritti nel futuro della tradizione alla quale appartiene il nostro umanesimo. La successione vertiginosa dei suoi scritti, le trasmigrazioni da un sapere all’altro sempre motivate, sempre rigorosamente fondate, hanno disegnato una mappa della conoscenza dove ogni passaggio ha in ciò che lo precede e in quel che seguirà il segno polivalente di una relazione che ci chiama in causa quali interlocutori di una comunità ideale, costantemente evocata da Starobinski, attratto dall’interlocuzione almeno quanto è respinto da un pensiero pago di sé o da un artefatto...