Alias Domenica
Norman Foster, l’ottimista siderale che libera lo spazio
A Parigi, Centre Pompidou Conciliare linguaggio della tecnologia e sistema ambientale, fare delle reti di mobilità tardocapitaliste un luogo-cardine d’integrazione socio-planetaria: la missione di Norman Foster
Foster + Partners, Viaduc de Millau, Millau (Francia), 1993-2004, foto © Daniel Jamme Eiffage
A Parigi, Centre Pompidou Conciliare linguaggio della tecnologia e sistema ambientale, fare delle reti di mobilità tardocapitaliste un luogo-cardine d’integrazione socio-planetaria: la missione di Norman Foster
Pubblicato più di un anno faEdizione del 16 luglio 2023
Maurizio Giufrè PARIGI
La pratica progettuale, è noto, non ammette il pessimismo, e per chi visita la mostra Norman Foster al Centre Pompidou (fino al 7 agosto) ciò è chiaro con la massima evidenza. Lo disse categorico lo stesso Foster: «Se non fossi un ottimista, sarebbe per me impossibile essere un architetto». È la critica architettonica, semmai, a sollevare qualche interrogativo, purché, per non essere accusata di parzialità, lo faccia con moderazione. Per comprendere Foster, quindi, è opportuno tenere a mente questa sua idea positiva dell’architettura che si estende in molteplici settori. Tra questi perfino quello dell’energia nucleare, come dimostra la sua centrale...