Cultura

Novant’anni di resistenza. Per lei il pensiero non incarnato nei nostri gesti era inutile astrazione

Novant’anni di resistenza. Per lei il pensiero non incarnato nei nostri gesti era inutile astrazioneÁgnes Heller

Il ricordo L’esempio di suo padre, amatissimo e ateo, che rifiutò di convertirsi al cristianesimo come avevano fatto molti altri ebrei per salvare la pelle, risultò fondamentale. Voglio ricordarla così, intenta a spiegarmi le opere della Biennale che non capisco, a polemizzare sul mio pessimismo, a divorare costolette di maiale e bere Martini

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 luglio 2019
Ágnes Heller è morta mentre nuotava. Aveva novant’anni e con lei se ne va un pezzo di storia del Novecento e del primo ventennio del nuovo secolo: prima i nazisti, poi i comunisti staliniani, da ultimo i sovranisti l’hanno rispettivamente internata, perseguitata e minacciata senza che mai il suo sorriso e la sua immensa forza vitale la abbandonassero. Gli ebrei del suo Paese vennero risparmiati fino alla metà del 1944, ma proprio quando i nazisti stavano perdendo la guerra, deportarono 50mila ebrei ungheresi e Ágnes venne internata, quindicenne, nel ghetto. L’esempio di suo padre, amatissimo e ateo, che rifiutò di...

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