Internazionale
Obasanjo prova a mediare, ma la guerra in Etiopia per ora continua
Anche un cooperante italiano tra i fermati Ondata di arresti tra i tigrini, ma il governo centrale nega la matrice etnica. L'ex presidente nigeriano crea le prime timide premesse per corridoi umanitari e cessate il fuoco
Pretoria, Sudafrica, la protesta della comunità tigrina in esilio di fronte all'ambasciata Usa – Ap
Anche un cooperante italiano tra i fermati Ondata di arresti tra i tigrini, ma il governo centrale nega la matrice etnica. L'ex presidente nigeriano crea le prime timide premesse per corridoi umanitari e cessate il fuoco
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 13 novembre 2021
Fino a un anno fa l’Etiopia era considerata un esempio di Paese stabile, in progressivo sviluppo sul piano economico e sociale. Vent’anni di crescita dell’economia e del reddito pro-capite che è passato dai 482 $ (PPP) del 2000 ai 2.315 $ del 2020 e poi la pace con l’Eritrea, la liberazione di prigionieri politici e la crescente libertà di stampa ne avevano fatto un modello da seguire. FINO AL 4 NOVEMBRE 2020 quando sono deflagrate le tensioni in atto tra il governo centrale e quello della regione del Tigray. Nel frattempo sono morte migliaia di persone, 63 mila sono fuggite...