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Odessa, quella scalinata da museo

Odessa, quella scalinata da museoDalla «Corazzata Potemkin» di Ejzenstejn, 1925: courtesy Cineteca Milano

La mostra «Odessa steps», fra architettura e cinema, al Man di Nuoro fino al 25 giugno

Pubblicato più di un anno faEdizione del 18 marzo 2023
Odessa, all’inizio Chadzibej, piccolo villaggio tataro, poi città di Puskin del primo Ottocento, elegante e neoclassica ma anche novecentesca del ghetto di Moldavanka, raccontata da Isaak Babel con il mitico bandito gentiluomo Mishka Japoncik alias Benia Crik e gli ebrei odessiti che, dopo New York e Varsavia, costituivano la terza comunità ebraica del mondo. Melting pot balcanico con russi, ucraini, greci, italiani, tedeschi, francesi che convivevano sì, ma forse non in modo così mitico, perla nera attraverso la quale transitano da sempre – ma non adesso – i carichi di cereali destinati all’Europa e al sud del mondo. Infine Odessa...

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