Alias Domenica
Odissea postmodernista di László Krasznahorkai
Le retoriche del Nuovo Millennio, della tabula rasa che promette una verginità anche all’epoca sfinita in cui viviamo, ha prodotto in letteratura una conseguenza almeno apparentemente paradossale: ha mitologizzato il […]
André Kertész, da Surveillance
Le retoriche del Nuovo Millennio, della tabula rasa che promette una verginità anche all’epoca sfinita in cui viviamo, ha prodotto in letteratura una conseguenza almeno apparentemente paradossale: ha mitologizzato il […]
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 17 novembre 2019
Le retoriche del Nuovo Millennio, della tabula rasa che promette una verginità anche all’epoca sfinita in cui viviamo, ha prodotto in letteratura una conseguenza almeno apparentemente paradossale: ha mitologizzato il Novecento, facendone la cartina al tornasole per valutare ciò che è nuovo e ciò che non lo è. Nuovo, in questo nuovo inizio, è ciò che è vecchio: il gesto monumentale, la campata larga, di matrice modernista. Knausgaard, Cartarescu, Bolaño, Nádas, Tokarczuk, Énard, Esterházy sono gli autori che, a diverse latitudini, hanno lasciato la propria impronta sull’asfalto fresco del Duemila. È successo, ogni volta, con la loro opera che più...